L’automazione nei processi
L’automazione ha un ruolo di primo piano all’interno dell’industria 4.0. Non si parla però, solo di grandi investimenti e robot tecnologicamente complessi.
In particolare, per quanto riguarda i processi di material handling, si possono individuare tre principali player all’interno del mercato:
- Material handling providers: dove abbiamo sia carrelli elevatori, che rimorchiatori automatici
- AGV: i sistemi tradizionali AGV, ideati per trasportare i materiali in modalità automatica, in modo migliore e più sicuro.
- AMR: soluzioni dotate di un elevata tecnologia, sono in grado di creare una mappa all’interno dello stabilimento in tempo reale


Ma possiamo aggiungere alla lista, una nuova tipologia di soluzione, i carrelli motorizzati, di cui un esempio è la soluzione eQart, che si basa su pochi componenti standard, di cui il suo punto di forza è la sua modularità.
Da un lato abbiamo delle soluzioni che necessitano di essere integrate con sistemi gestionali, con dei limiti per quanto concerne la modularità, sicurezza ed ergonomia, che richiedono lunghe tempistiche di studio e non includono l’operatore. D’altro canto con eQart possiamo avere una soluzione indipendente dal sistema di gestione del magazzino, che porta subito a ROI, personalizzata ed in grado di interagire con l’operatore.
Ma perché includere eQart, in un articolo sulla Low Cost Automation? Perché entrambe sfidano i dogmi dell’automazione complessa, attraverso soluzioni semplici e facili da implementare, in poco tempo, con delle differenze sostanziali.
Karakuri Kaizen
Trova ispirazione dalla filosofia Lean Manufacturing e sfruttando i principi della meccanica, automatizza i processi in modo semplice. Utilizza l’energia cinetica e la forza di gravità, riducendo costi e sprechi, senza investire ingenti risorse economiche.
Le origini
Comincia in Giappone, nel XIX con l’introduzione di alcuni marchingegni, in giapponese, karakuri ningyō, che significa “bambole meccaniche”. Piccoli automi, che godevano di una notevole popolarità, che venivano utilizzate come passatempo. Il movimento di questa piccola bambola veniva attivato dalle mani, in quanto la presenza o l’assenza di carico produceva una reazione, creando movimento su tutto il corpo.
Questo semplice principio ispira oggi il karakuri kaizen, in grado di ottimizzare il flusso dei materiali, senza spreco di energia. Esse vennero introdotte inizialmente all’interno di Toyota, dove si era alla ricerca di soluzioni che potessero portare miglioramento all’interno dei processi e della produzione. Non c’erano soldi a disposizione e il miglioramento doveva essere attivato, senza incorrere in eccessivi costi.
Si raccolse qualsiasi tipologia di materiale a disposizione, leve, camme, manovelle, molle, ingranaggi, dispositivi di collegamento, ruote di Ginevra, meccanismi e congegni costruiti a mano, attraverso l’ingegno dei tecnici si realizzarono i primi karakuri kaizen.
Aumentare efficacia e sostenibilità con il Karakuri kaizen
Una soluzione creativa e divertente, perché nello sviluppo, coinvolge tutto il team e il suo ingegno, che non spreca energia, è proprio per questo possiamo definirla sostenibile, in grado di creare valore.
Migliora l’ergonomia, ed è in grado di eliminare le 3M:
- Muda, le forme di spreco che si possono generare negli stabilimenti
- Muri, operazioni rischiose e faticose per gli operatori
- Mura, carichi di lavoro non bilanciati e dispendiosi


Attivando un unico movimento, si genera una reazione a catena, permettendo agli operatori di svolgere le proprie operazioni, senza particolari sforzi. Non solo, poiché la soluzione è di facile gestione, eventuali problematiche possono essere risolte in poco tempo.
Aumenta la sostenibilità e l’efficienza, non solo grazie ad una migliore produttività o ergonomia, ma si possono notare una serie di piccoli, ma significanti miglioramenti in termini di:
– Maggiore qualità
– Aumenta la sicurezza
– Riduzione dei tempi, tra un processo e il suo successivo
Questi punti portano ad una movimentazione dei materiali efficiente, meno rumorosa e dispendiosa, creando un ambiente di lavoro più sicuro.
Infine, non elimina gli operatori, anzi li coinvolge dalla creazione della soluzione, fino al miglioramento continuo, giorno per giorno, creando spirito di squadra, in cui ognuno cerca nuove idee per innovare il karakuri kaizen.
Sulle linee di asservimento, dove si necessitano soluzioni in grado di caricare i contenitori pieni e scaricare dai contenitori vuoti, tramite dei sistemi a gravità si riescono a trasferire velocemente e senza interruzioni i materiali.
Un altro utilizzo riguarda le fasi di assemblaggio, in grado di agevolare la discesa di una cassetta alla volta, facilitando l’accesso ai materiali per gli operatori.
Queste soluzioni, sono in grado di ridurre i tempi dal 20 al 30% per ogni singola operazione snellendo il flusso di lavoro, migliorando le operazioni manuali degli operatori.
Una soluzione semplice, efficiente ed economica in grado di portare miglioramento continuo all’interno degli stabilimenti.