Carenza di manodopera nella logistica, gli AMR sono la soluzione

AMR Goods to Person

Carenza di manodopera nella logistica, gli AMR sono la soluzione.

La carenza di manodopera specializzata nella logistica, e più in generale a livello dell’intera supply chain, sta rappresentando un problema crescente a livello nazionale.

Fonte GiGroup, ad oggi, mancano almeno 200mila lavoratori, di cui 20mila sono autisti di mezzi pesanti.

Una situazione in cui il 46-47% della domanda non viene coperta, dove il numero delle posizioni aperte e chiuse ha un delta di quasi il 50%.

Sempre GiGroup, ha stimato che nei prossimi 4 anni, il mercato italiano genererà un fabbisogno di 4-4,5 milioni di lavoratori per necessità come di replacement, o di crescita aziendale.

Una situazione problematica, che sta portando alla ricerca di soluzioni innovative, tra cui l’inserimento dell’automazione in azienda.

Infatti, mentre il costo delle tecnologie si sta abbassando e stanno diventando sempre più accessibili, quello del lavoro sta crescendo, a causa della carenza di lavoratori.

Carenza di manodopera nella logistica, gli AMR sono la soluzione

Quali sono i fattori che hanno portato alla carenza di manodopera

Tra le definizioni di carenza di manodopera troviamo quella della Commissione Europea:

“Si ha mancanza di manodopera quando la domanda per un determinato ruolo eccede l’offerta di lavoratori che hanno il desiderio, le qualifiche e la disponibilità per svolgere quella mansione.”

La carenza di personale all’interno della logistica è dovuta a diversi fattori, sia generici, che riguardano la popolazione nel suo complesso, sia specifici del settore.

Tra questi ritroviamo:

Invecchiamento della popolazione nell’eurozona

Secondo uno studio effettuato dal Sole 24 Ore la parte di popolazione in età lavorativa (20-64 anni), diminuirà dal 64,6 % (288,5 milioni) al 54,8 % (o 227,9 milioni) entro il 2100, rappresentando una contrazione complessiva di 60,6 milioni di persone.

Ma non solo, le persone in età lavorativa scenderanno al di sotto del 60% già nel 2037, per poi decrescere ulteriormente fino al 2100.

Il numero di persone che entrano sul mercato del lavoro, sarà quindi inferiore a quelle che ne escono, incidendo, in particolare, sul settore della logistica.

Questo perché seppur la logistica sia un settore in grandissima trasformazione ha dentro ancora molto capitale umano – Andrea BardiGeneral Manager di ITL. Lavori manuali e fisici, percepiti come fatica e non allettanti per i giovani e non adatti per i lavoratori più adulti.

Cambiamenti causati dalla pandemia da Covid-19

La pandemia da Covid-19 ha messo in risalto ancora di più la carenza di manodopera per la logistica, cambiando abitudini e stili di vita.

  • Molti lavoratori migranti sono ritornati nei paesi d’origine durante la pandemia e non sono rientrati nel posto di lavoro una volta terminata l’emergenza;
  • Settori percepiti come “pericolosi” dal punto di vista sanitario sono stati abbandonati per lavori ritenuti più sicuri;
  • Le limitazioni alla mobilità, non ancora ripristinate ai livelli pre-pandemia, hanno inciso sui flussi migratori dei lavoratori.

Inoltre, a causa della chiusura di molti esercizi commerciali, delle restrizioni all’entrata dei negozi, molte persone hanno deciso di iniziare ad acquistare online, e le vendite, sono cresciute esponenzialmente, passando da un 81% ad un 162%.

Questo ha causato enormi pressioni sui magazzini, che si sono trovati a far fronte all’aumento della domanda, con una manodopera ridotta e con problematiche di spazio.

La vendita online, infatti, non necessita esclusivamente di una piattaforma web, ma anche di una piattaforma logistica, e quindi persone e tecnologie.

Disallineamento di competenze tra domanda ed offerta, che cosa significa lavorare nella logistica di oggi

Uno dei motivi che ha portato alla mancanza di manodopera nella logistica, è quello di ritenere le operazioni, come lavori prettamente fisici e di fatica, per cui non appetibili.

In un’ottica di logistica 4.0, quest’idea è molto lontana: sono cambiate le caratteristiche dei lavoratori ricercati, non ci sono più lavori fisici da fare, non ci sono più operazioni ripetitive, ma attività dove serve la capacità di autogestione delle persone, capacità di combinare il lotto che si ha davanti con le operazioni di contorno e con il giusto packaging – Valentino SoldanHead of Logistics di Benetton Group.

Le aziende della logistica sono ormai dotate di sistemi tecnologici e software di ultima generazione per migliorare l’efficienza operativa, le condizioni di lavoro degli operatori e tutelare la loro salute con sistemi più ergonomici, che consentano di ridurre i rischi di infortuni.

La parte faticosa viene effettuata dalle macchine, quella più evoluta dagli operatori.

Inoltre, per quanto concerne le attività di magazzino, sono molto semplici da spiegare e la curva di apprendimento è bassissima.

Le aziende, oggi, non hanno più bisogno di meccanici, ma di meccatronici che conoscono l’elettronica, in quanto il 70% delle problematiche riguardano il software o l’elettronica.

Un ulteriore competenza richiesta è il data management, soprattutto in aziende strutturate, dove si ricercano data scientist in grado di elaborare dati per ottimizzare e integrare le nuove tecnologie.

Digitalizzazione, 4.0 e automazione

Digitalizzazione, 4.0 e automazione sono “materie” a cui si deve dedicare sempre più ore, perché c’è bisogno di persone che siano in grado di analizzare i dati e le informazioni, e che siano formate sulle tecnologie già in uso (software di ogni tipo, tms, wms e vari strumenti per l’ottimizzazione del magazzino) e quelle più di frontiera come l’automazione collaborativa che passa da robot a cobot e amr, temi davvero in crescita anche per l’enorme espansione dell’e-commerce che rappresenta il principale driver di settore.

Come la logistica può sopperire al calo di manodopera con gli AMR

Carenza di manodopera nella logistica, gli AMR sono la soluzione
Carenza di manodopera nella logistica, gli AMR sono la soluzione

La carenza di manodopera richiede, pertanto, un approccio strategico e l’utilizzo di nuove tecnologie all’avanguardia, come gli AMR.

Gli AMR sono una delle soluzioni più interessanti nel campo dell’automazione dei processi di magazzino.

Infatti, essi sono in grado di interpretare autonomamente le informazioni dell’ambiente circostante, movimentando le scorte all’interno dei centri di distribuzione senza dover essere supervisionati dagli operatori.

Per implementare gli AMR non servono grossi investimenti o particolari gestionali di magazzino, e sono in grado di ottimizzare le attività di picking e handling, garantendo rapidità ed efficienza nell’evasione degli ordini.

Efficienza, ma non solo, tra i punti di forza degli AMR ritroviamo scalabilità, ergonomia e soprattutto flessibilità.

AMR, scalabilità ed ergonomia

Gli AMR sono scalabili, in grado di gestire picchi elevatissimi, potendo essere aumentati o diminuiti, in base all’andamento della domanda, in modo facile e veloce.

L’ergonomia, un aspetto fondamentale per la progettazione delle postazioni da lavoro, in quanto il mix uomo-macchina è alla base del successo nei sistemi goods-to-person.

Le modalità con le quali gli operatori interagiscono e supportano gli AMR sono fattori da considerare, perché: sono le persone che configurano il software, gestiscono le workstation GTP, ne fanno la manutenzione; senza un input umano intelligente in ogni fase del processo, l’automazione non è in grado di fare nulla da sola.

AMR, soluzioni flessibili

Gli AMR non seguono dei percorsi preimpostati e non necessitano di bande magnetiche o nastri colorati.

Questo significa che gli AMR sono in grado di prendere le decisioni autonomamente, e possono essere riprogrammati in base ai cambiamenti del layout di magazzino.

Inoltre, possono svolgere compiti diversi in base ai turni lavorativi o alle esigenze di movimentazione dei materiali.

Flessibilità non solo in termini di processi, ma anche di investimento, attraverso delle soluzioni come il Raas, Robotics as a Service, dove l’automazione viene offerta a noleggio, per brevi termini e gestita in outsourcing.

Un sistema che consente alle aziende di poter implementare gli AMR anche senza le competenze o le risorse in-house per la loro gestione.

In questo caso, dunque, non si acquista un prodotto, ma un servizio, consentendo anche alle PMI (punto di forza del sistema industriale italiano) di poter fruire della robotica, senza doversi affidare alle grandi piattaforme logistiche.

Si minimizzano, quindi, gli investimenti in hardware e software, permettendo alle aziende di approcciarsi ad un’automazione leggera, scalabile, idonea a più servizi e ad essere riprogettata o riprogrammata agevolmente in caso di eventuali modifiche.

Conclusioni, la trasformazione del ruolo degli operatori

Carenza di manodopera nella logistica, gli AMR sono la soluzione
Carenza di manodopera nella logistica, gli AMR sono la soluzione

Tutto il mondo dell’Intralogistica si sta muovendo verso un upskilling o reskilling delle competenze degli operatori, per passare da un gesto manuale ad interfacciarsi con i robot, utilizzando maggiormente le capacità cognitive e meno braccia e gambe.

In questo modo i collaboratori riescono a concentrarsi su attività a più alto valore aggiunto, migliorando i livelli di soddisfazione professionale e personale.

Bisogna anche considerare che le interfacce degli AMR sono ormai molto semplici e il livello di apprendimento è molto alto e veloce, in quanto, gli strumenti utilizzati per interagire con l’automazione, sono molto simili ai classici tablet o smartphone.

Soluzioni accessibili che renderanno il settore della logistica sempre più appetibile e attrattivo per le nuove generazioni ed i nuovi talenti.

Fonti